Cói òvi sòdi: pónta e cul
Il gioco consisteva nel cercare di rompere il guscio dell'uovo dell'avversario colpendolo con il proprio uovo, che veniva saldamente afferrato con una mano che lo manteneva verticale e lo copriva quasi per intero, lasciando sporgere solamente un piccolo pezzetto di guscio, quel tanto che bastava per creare Il contatto tra le due uova. Ognuno poteva a turno sferrare il suo colpo mettendo in atto le sue personali strategie (la parte più arrotondata era più debole, per esempio) e vinceva chi riusciva a rompere il guscio avversario da entrambe le parti. Il vincitore della sifda si appropriava dell'uovo sodo e non era raro che i giocatori più esperti facessero ritorno a casa con decine di uova sode conquistate ai compagni di gioco.
Foto - F. Faganello, Pergine 1982 - PAT Archivio fotografico storico dal libro "La Terra dei Padri. Storie di gente e di paesi" di Alberto Folgheraiter
Cói òvi sòdi: dàrghe de còsta
Per giocare era necessario che i ragazzi avessero compiuto i dodici anni, ma soprattutto che fossero in possesso di almeno una monetina. Armati della moneta e di una scorta di uova sode, più o meno consistente a seconda delle possibilità della famiglia, i giocatori si raccoglievano in piazza e si apprestavano ad affrontare un'appassionante sfida.
Un uovo sodo veniva appoggiato ad un muro, quasi sempre in un angolo. I giocatori si schieravano poi ad una distanza di due o tre metri e a turno tiravano la propria monetina verso l'uovo, preferibilmente di taglio, cercando di farla penetrare nell'uovo. Se il tiro non aveva buon esito, il gioco passava a un altro partecipante, ma se invece la moneta si infilava nell'uovo, il giocatore vinceva l'uovo e le monete che avevano fallito l'obiettivo e che erano state lasciate sul campo. Poi il gioco ricominciava.
Foto - F. Faganello, Pergine 1982 - PAT Archivio fotografico storico dal libro "La Terra dei Padri. Storie di gente e di paesi" di Alberto Folgheraiter
Il primo PODCAST della Trentini nel Mondo è On Air!
Si chiama Tramvai | Voci di ritorno e nasce dalla spinta di giovani trentini che hanno scelto di vivere e lavorare lontano dall'Italia, dalla loro voglia di raccontarsi senza nascondersi, tra successi e difficoltà, falsi miti, cultural shock, piccole disavventure e aneddoti divertenti.
Da loro è nata l'idea di un canale dove poter portare il proprio punto di vista sulle motivazioni che spingono a partire e sulle difficoltà che comporta. Sempre loro hanno individuato il podcast come mezzo e linguaggio più adatto ad arrivare ai coetanei. La pandemia ha rallentato il processo di creazione, ma ora è realtà: TRAMVAI è su Spotify, raggiungibile a QUESTO LINK.
Marco Camplani, Anna Larentis, Ludovica Serafini, Diana Gardumi, Claudia Neri, Luca Endrizzi e Arianna Lona sono i componenti del gruppo di partenza del progetto, ma altre voci si stanno aggiungendo rapidamente. Ci raccontano Amsterdam, Bruxelles, Malaga, Parigi e Vienna. Ma soprattutto ci raccontano costi, procedure, difficoltà pratiche, costo della vita, lingua, clima, ambiente, differenze culturali, alimentari, sociali, welfare etc.. della città diventata ora la loro città. Perché emigrare non è andare in vacanza.
Insomma, Tramvai | Voci di ritorno è un po' anche una guida pratica, veloce ed informale per chi vuole partire!
EPISODI - STAGIONE 1
01 - In partenza per... Amsterdam
02 - In partenza per... Malaga e Bruxelles
03 - Cercare casa... ad Amsterdam e Parigi
04 - Cercare casa... a Bruxelles
05 - Il lavoro ad Amsterdam e Bruxelles_1
06 - Il lavoro ad Amsterdam e Bruxelles_2
08 - Il lavoro a Parigi, Malaga e Vienna_1
09 - Il lavoro a Parigi, Malaga e Vienna_2
10 - Natale, tempo di rientri?
14 - La Brexit, tra miti e realtà
EPISODI - STAGIONE 2
“Trentino nel mondo ad honorem” sono le persone e gli enti che l'Associazione ritiene meritevoli di riconoscimento per i risultati ottenuti nella propria vita professionale e in qualunque altro campo dell’attività umana e che dimostrino particolare affezione o vicinanza all’Associazione, ai Circoli Trentini o alle collettività trentine all’estero.
Trasferirsi per lavoro all’estero può essere per alcuni un’esperienza desiderata per arricchire il curriculum o migliorare le proprie possibilità di reddito e di carriera, per altri una invece una scelta obbligata per mancanza di opportunità adeguate. Tutti però, indipendentemente dalle motivazioni possono avere bisogno di alcuni utili consigli per migliorare la propria esperienza.
Le opportunità, i documenti necessari, le condizioni di lavoro possono variare molto da un Paese all’altro. Non esiste una lista esaustiva di tutte le informazioni per tutti i Paesi ma si trovano in rete molte fonti dai blog, ai social, ai siti dedicati. Il primo consiglio è di non fidarsi di fonti non ufficiali, anche le informazioni di prima mano offerte da testimonianze, video, post sui social, possono essere utili per farsi un’idea generale ma potrebbero essere poco aggiornate o imprecise, basate su esperienze individuali che però non possono essere generalizzate.
Le norme cambiano continuamente così come possono cambiare le condizioni del mercato del lavoro, le congiunture economiche o le condizioni di vita di un Paese o di una Regione. Verificate sempre a quando risalgono le informazioni che trovate in rete, se sono più vecchie di un anno è probabile che siano almeno in parte superate.
Nelle pagine che seguono troverete soprattutto consigli e punti di riferimento affidabili a cui attingere notizie.
Lavorare nell’Unione Europea | Lavorare fuori dall’Unione Europea |
Il Consiglio Direttivo può conferire il titolo di “Trentino nel mondo benemerito” a persone che hanno acquisito particolari meriti nei confronti dell’Associazione, dei i Circoli Trentini o delle collettività trentine all’estero. La qualifica di “Trentino nel mondo benemerito” è vitalizia, i soci sono iscritti nell’Albo dei Benemeriti dell’Associazione.
